Il Medioevo

 

Le origini

La storia di Seregno inizia nel secolo XI. Più precisamente tutto comincia con una pergamena del marzo 1087, contenente l’atto con il quale Pietro da Seregno cede parte dei beni da lui posseduti, "in loco et fundo Seregnio", alla canonica di Sant’Ambrogio di Milano, da cui si attendeva aiuto e protezione.
Le notizie precedenti alla pergamena del 1087 sono molto lacunose. Poiché il villaggio (locus) appare fin dall’inizio della sua storia dotato di un proprio territorio (fundus), si potrebbe soltanto ipotizzare l’esistenza di un centro attivo già in età romana. Inoltre, tale ipotesi può essere avvalorata anche dal contesto ambientale in cui Seregno sorge: la fascia pre collinare della Brianza. Si tratta di una zona che per la presenza di fiumi e di contrade di primaria importanza che collegavano Milano ai valichi alpini, passando per Como, è di antico insediamento e d’intensa romanizzazione. Infine, intorno a Seregno sorgono centri plebani, divenuti tali nell’alto Medioevo, come Desio, Seveso, Agliate, Mariano, dove sono stati trovati resti archeologici di età tardo-antica e che presentano nel nome derivazioni toponimiche di area latina.
Dunque si potrebbe pensare ad un’origine pre-medioevale di Seregno, che poi, in età medioevale, fu aggregato alla pieve di Desio e fortemente favorito, nel suo sviluppo, dal vicino monastero S. Vittore di Meda che per tutto il Medioevo s’impose come l’ente ecclesiastico più prestigioso e potente della zona.
Tuttavia, in mancanza di elementi veramente validi, è più realistico ipotizzare l’origine del nucleo insediativo nei secoli dell’alto Medioevo.

Di fatto, è con il secolo XI e con la pergamena del 1087 che Seregno entra nella storia. I documenti dei secoli XI e XII presentano Seregno come un locus; in altre parole un villaggio con una struttura abitativa analoga a quella degli altri insediamenti rurali dell’epoca: al centro dell’abitato case, orti e stalle; intorno agli appezzamenti dei coloni e i campi coltivati; nella fascia più esterna la brughiera e terreni incolti o destinati al pascolo.
Nel marzo 1139, Ardizzone del fu Alberto Arienti di Seregno dona, questa volta alla Chiesa del monastero incasellato di S.Vittore di Meda, un appezzamento nel territorio di Seregno in cambio di protezione.
Tali richieste di protezione, certamente verso l’esterno, portano a supporre l’esistenza di un’identità del villaggio che ha i suoi punti di riferimento da una parte in un’economia agraria e dall’altra in una dimensione religiosa, che non sarebbe possibile senza un profondo e radicato legame con la presenza di un edificio sacro. Nel Medioevo, infatti, la chiesa del villaggio consentiva agli abitanti di sentirsi parte integrante di una realtà più ampia e la cui influenza andava ben oltre la sfera propriamente religiosa.

Nel secolo XIII, dopo l’età di Federico Barbarossa priva di testimonianze rilevanti su Seregno, il vecchio locus de Seregni muta assetto ed assume una diversa fisionomia: quella del borgo.
Una pergamena del 12 ottobre 1206 attesta, per la prima volta, Seregno con la qualifica di borgo. Ciò significa che Seregno si era ampliato, si era cioè avviato a diventare un centro rurale più importante dal punto di vista demografico, sociale ed economico. Inoltre, anche dal punto di vista giuridico le cose stavano cambiando. Infatti, la sua posizione si sarebbe presto rafforzata non soltanto nei confronti degli insediamenti minori del contado, ma anche nei confronti delle città.
Proprio la presenza di un ceto di piccoli imprenditori (mercanti, artigiani, piccoli proprietari terrieri) aveva favorito la crescita demografica del villaggio originario e con essa il passaggio da villaggio a borgo.
La prima e sicura testimonianza della presenza di un organismo comunale del borgo risale al 1273. Il 14 luglio 1273 Umberto della Torre, figlio di Napo della Torre signore di Milano, attribuì le terre al Ceredo Albergado Rossi e Arnoldo Pessina, eletti rappresentanti del Comune di Seregno dall’assemblea dei capifamiglia.
Tuttavia, poiché nel 1273 il comune del borgo presenta già proprie strutture e funzioni, è possibile ipotizzare la sua origine più antica.
D’altra parte non si può pensare che a Seregno, già borgo nel 1206, non fosse funzionante fin dai primi anni del Duecento un ordinamento, per quanto embrionale, di tipo comunale.

Seregno, in ogni caso, sebbene il monastero di Meda continuasse a rappresentare un punto di riferimento costante sia dal punto di vista sociale sia economico, non riuscì a sottrarsi all’egemonia del più potente comune cittadino. Infatti, ruotò nell’orbita di Milano sia per quel che riguardava l’amministrazione della giustizia sia per la gestione del potere politico
Pertanto Seregno e Meda si trovarono spesso coinvolti nella lotta cruenta che, fra Duecento e Trecento, oppose Torriani e Visconti per la conquista del potere su Milano e sul suo contado. I Torriani espropriarono le monache del monastero di Meda di gran parte del loro patrimonio, data l’importanza strategica in cui si trovava, tra i comuni di Milano e Como. Stessa sorte per la pianura del Ceredo che, due volte usurpata dai Torriani e due volte ad essi confiscata dal comune di Milano, fu definitivamente restituita al monastero di Meda nel 1311.
I cittadini di Seregno, dopo essersi consegnati nel 1273 a Cassone della Torre, nel 1277 ebbero un ruolo decisivo nella battaglia che il 20 gennaio segnò la disfatta dei Torriani. Nel 1305, per ancora una volta motivi di opportunità politica, tornarono a consegnarsi a Martino della Torre, figlio di Cassone, che fu eletto podestà del borgo con consenso unanime di tutti i membri del consiglio comunale. Questo dimostra il precario equilibrio che caratterizzava la vita dei borghi e dei villaggi del distretto di Milano negli anni della lotta tra le opposte fazioni dei Torriani e dei Visconti, fino al definitivo trionfo di questi ultimi.

 

Il borgo: struttura e compiti

Il periodo compreso tra il 1270 e il 1320 è senza dubbio il periodo meglio documentato sulle vicende medioevali di Seregno. Attraverso i documenti del monastero di S. Vittore è possibile ricostruire i vari aspetti della vita quotidiana, i ruoli e i compiti dei funzionari del comune, la struttura del borgo.
Alla fine del secolo XIII, Seregno si presentava come un borgo strutturato in due parti: la parte superiore e quella inferiore. A ciascuna di esse corrispondevano due fagie (strade o contrade) che erano: il Vescocito e la Serbugia nella parte alta del borgo; la Valera e S. Ambrogio nella parte bassa.

In ognuna delle due parti vi era una piazza dove convergevano le rispettive contrade.
Davanti alla piazza della parte alta vi era la chiesa di S. Vittore, mentre in quella bassa la chiesa di S. Ambrogio.
Sulla piazza maggiore, davanti alla chiesa di S. Vittore, vi era il palazzo del comune (domus comunis o hospitium). Nella stessa piazza si riuniva l’assemblea dei capifamiglia (concione) per il rinnovo annuale delle cariche o per le decisioni più importanti. Nel palazzo comunale si radunava, invece, il consiglio comunale, formato da dodici membri, ai quali si affincavano quattro consoli. Nel borgo risiedeva inoltre il gastaldo del monastero di Meda, con compiti di controllo amministrativo del consistente patrimonio del Ceredo.
Lo sviluppo della parte inferiore era invece legato all’espansione delle contrade convergenti sulla piazza antistante la chiesa di S. Ambrogio, più recente rispetto a quella di S. Vittore.

In età moderna ci fu una differenziazione di carattere sociale e culturale che portò addirittura alla soppressione delle due chiese dell’antico borgo per far posto ad una nuova chiesa, l’attuale basilica di S. Giuseppe.
Tuttavia, al di là delle differenze di carattere culturale, il motivo che determinò secolari antagonismi tra le due parti del borgo era di natura fiscale. Infatti, gli abitanti di S. Ambrogio, giacché membri di una chiesa non autonoma, ma subalterna, alla più antica chiesa di S. Vittore, a sua volta dipendente dalla pieve di Desio, dovevano versare le decime tre volte: per il prete che andava ad officiare nella loro chiesa, per il clero di S. Vittore e per la pieve.
S. Ambrogio rivendicava l’aspirazione a godere degli stessi diritti e doveri, anche sul piano economico: è questa la vera ragione dei secolari antagonismi che opposero le contrade di S. Ambrogio a quelle di S. Vittore. La soluzione si trovò soltanto quando, nel Settecento, fu eliminata alla radice la causa del contendere, abolendo le due chiese e costruendone una nuova che aggregava tutti gli abitanti del borgo in un unico centro religioso, con gli stessi diritti e gli stessi doveri.


I cambiamenti alla fine del Medioevo

Nel corso del secolo XIV, sotto la dominazione dei Visconti, Seregno conobbe un ulteriore e decisivo sviluppo fino a diventare, come risulta da un documento del 1369, un vicariato per l’amministrazione della giustizia. Poi, nel 1385, Seregno entrò a far parte del capitanato della Martesana (il territorio corrispondente all’attuale Brianza). Dal 1412 al 1419, nel tentativo di ristrutturazione centralizzata dell’intero ducato, fu sottoposto direttamente alla giurisdizione di Milano.

Dopo il periodo della Repubblica Ambrosiana (1447-1450), la dominazione dei Visconti, il 6 marzo 1450 fu istituita la pieve di Desio, nella quale rientrava anche il borgo di Seregno. Poco dopo, nel 1465, si ha la prima visita pastorale al borgo di Seregno da parte dell’arcivescovo di Milano Stefano Nardini.

Dopo una serie di mutamenti politici, a seguito soprattutto della lunga guerra tra il re di Francia Francesco I e l’Imperatore Carlo V, il borgo di Seregno passò, nel 1530, ai Gallarati, poi dal 1580 al 1713 ai Manriquez de Mendoza.

Per quanto riguarda la struttura del borgo, essa, pur restando inalterata nella sua organizzazione fondamentale, presenta nuove contrade, come quella del Pomirolo o quella del Paradiso, nei pressi di S. Ambrogio. Soprattutto sono presenti nuovi elementi: il fossato che cingeva l’abitato e la porta della Serbugia, che permetteva l’accesso al borgo da Est e lascia supporre l’esistenza di una cerchia muraria, con la presenza di altre porte in corrispondenza delle quattro contrade originarie.

In realtà, il vero cambiamento ambientale deriva da un elemento insediativo completamente nuovo: la cascina. Del tutto assenti fino al secolo XV, questi abitati rurali piccolissimi, spesso costituiti da un solo edificio, compaiono proprio tra il Quattrocento e Cinquecento lungo i margini più esterni del territorio della parte inferiore. In esse si deve scorgere l’origine delle attuali frazioni. Dal censimento catastale del 1546, risultano censite cinque cascine, la più importante delle quali è quella del Ceredo, di proprietà del monastero di S. Vittore, con tre famiglie.

La torre del Barbarossa

Il più antico ed importante monumento architettonico di Seregno è senza dubbio la torre civica del Barbarossa, che si trova al centro dell’abitato accanto all’abside dell’antica chiesa di S. Vittore, soppressa nel 1781.

La torre civica è detta del Barbarossa poiché si ritiene, per tradizione, che sia stata voluta dall’Imperatore Federico Barbarossa per essere utilizzata come punto di avvistamento lungo la linea Como-Milano al tempo delle lotte con i comuni lombardi. In effetti, l’indagine storico-artistica del monumento presenta una prospettiva abbastanza diversa. Innanzitutto della "Torre" non si è trovata traccia documentaria anteriore al 1567, quando la descrisse il padre gesuita Leonetto Clivone, invitato a Seregno da Carlo Borromeo per la visita pastorale. Questa resta ad oggi la prima testimonianza ritrovata.

In assenza di fonti storiche più antiche non è possibile pervenire ad una datazione immediata e sicura del monumento. Si può soltanto procedere per via indiretta. In ogni caso la conclusione più plausibile è che la cosiddetta "Torre del Barbarossa", sia stata in origine il campanile della prima e più antica chiesa di Seregno, la chiesa di S. Vittore. Inoltre, dal punto di vista storico-architettonico, l’età romanico-gotica si addice completamente a quel che rimane della chiesa di S. Vittore. Infatti, nelle pietre dell’abside semicircolare ed in alcune ogive interne la chiesa reca impressi i segni tipici di quello stile architettonico. La sua esistenza, sebbene di origine più antica, è documentata alla fine del Duecento e non vi è alcun dubbio che la chiesa fosse dotata di un campanile.

Il campanile è stato sicuramente sottoposto a diversi rimaneggiamenti. Quello decisivo lo subì nel Quattrocento in occasione della guerra condotta da Francesco Sforza per la conquista di Milano, durante la quale si servì dei campanili come punti di osservazione. Pertanto furono fortificati anche i campanili lungo la linea Melzo-Vimercate-Carate-Seregno-Cantù. In quella fase, l’antico campanile della chiesa di S. Vittore, potrebbe aver assunto quell’aspetto guelfizzante che ha lasciato perplessi gli storici dell’arte che fanno risalire al secolo XII, cioè all’età del Barbarossa, la torre civica di Seregno.

 

Da metà '500 a inizi '700

 

 Il Territorio

Le prime notizie certe sull’ampiezza del territorio di Seregno risalgono alla metà del secolo XVI. In un documento redatto il 12 febbraio 1558 dal console Francesco Rossi (Compartito del perticato de Comune et de territorio de Seregnio) risulta che il territorio del borgo si estendeva per quasi 20.000 pertiche (circa 1.200 acri).
Il censimento del 21 gennaio 1546 attribuisce a Seregno 851 abitanti; nel 1576, l’anno della prima epidemia di peste, due cronisti dell’epoca parlano di 4.000-5.000 abitanti. Si tratta, tuttavia, di cifre indicative, che si basano soltanto su valutazioni personali.

Più attendibili sono i dati che possiamo ricavare dagli atti delle visite pastorali: durante la visita di Carlo Borromeo nel 1579 gli abitanti sono 2.320, che diventano 2.963 nel 1596. Nel 1604, all’epoca della visita di Federico Borromeo, comincia una flessione: gli abitanti sono 2.570 e 1.953 nel 1650. Nel XVIII abbiamo un risalita: nel 1754, in occasione della visita pastorale di Monsignor Antonio Verri, gli abitanti sono 3.382.

Sull’andamento demografico – come risulta dai registri dei battezzati (liber baptismorum) e da quelli dei morti (liber mortuorum) - hanno senza dubbio inciso alcuni avvenimenti importanti: due epidemie di peste, nel 1576 e nel 1630, tre gravi carestie, nel 1629, nel 1635 e nel 1649, e i disagi dovuti alle continue guerre.


La struttura Politico–Amministrativa

Per descrivere la realtà politico–amministrativa di Seregno, bisogna considerare innanzi tutto la realtà del ducato di Milano. Il duca Francesco Maria Sforza, morì nel 1535 senza lasciare eredi ed il suo Stato fu oggetto di contesa fra le maggiori potenze europee. La pace di Cateau-Cambresis (aprile 1559) sancì infine la supremazia della Spagna in Italia e, quindi, sul ducato di Milano.

Con la morte di Carlo II (1700) e con le paci di Utrecht (1713), Rastadt (1714) e con la definitiva pace di Aquisgrana (1748), tutti i possedimenti spagnoli in Italia, compreso il ducato di Milano, passarono all’Austria.

La Brianza era compresa nel cosiddetto "contado della Martesana" con centro a Vimercate. Seregno apparteneva alla pieve di Desio, creata il 6 marzo 1450 dagli Sforza. Sempre a Desio aveva sede il podestà, con compiti di amministrazione della giustizia e tutela dell’ordine pubblico. Nei borghi come Seregno, invece, le strutture amministrative erano più semplici: c’era soltanto un console che presiedeva le assemblee della comunità. Tali assemblee, a Seregno, avvenivano sotto il portico "Subeda", nella piazza della chiesa di San Vittore.

Dopo una serie di vicende che vede il borgo di Seregno passare a Lucia Marliani, al nobile Giacomo Gallarati e alla Camera Regia, nel 1713 il borgo è acquistato all’incanto dal marchese Paolo Gerolamo Castelli.

Dalla dominazione Austriaca alla Restaurazione

Con la definitiva annessione del ducato di Milano all’Austria, nel 1748, tutto lo sviluppo della Brianza ne è condizionato. In questa prima parte del ‘700, seregno ha un territorio che si estende per circa 27 mila pertiche. Le famiglie residenti sono 458 per un totale di 3.300 abitanti. Un borgo, dunque, notevole, per il numero di abitanti, ma povero nelle strutture.

Se da un lato la vita economica era abbastanza bloccata, diverso era il discorso per la vita religiosa e delle istituzioni ecclesiastiche di Seregno. Tali istituzioni, infatti, furono trovate in buone condizioni in occasione della visita pastorale del 1754 di monsignor Antonio Verri, protonotario apostolico.

Quando il 15 maggio 1796, Napoleone Bonaparte entra a Milano e istituisce la Repubblica Cisalpina, anche Seregno, e i paesi della Brianza, mutano dal punto di vista politico. A Seregno, il governo della città è affidato ad un triunvirato, formato da Giovanni Trabattoni, ricco possidente, Paolo Mazza, sacerdote, Giovanni Battista Formenti, studente.

Seregno entrò a far parte dell’amministrazione del Regno Italico come comune di seconda classe (superava i 3.000 abitanti), del Dipartimento dell’Olona. L’agricoltura conobbe un notevole sviluppo e l’industria cominciava a muovere i primi passi. Tuttavia la carenza di strutture pubbliche continuò a condizionare, anche in età napoleonica la vita degli abitanti del borgo.

La Restaurazione (Congresso di Vienna del 1815) consolidò la presenza dell’Austria in Italia, ma le legittime aspirazioni delle popolazioni brianzole di autonomia vennero meno. I contadini, colpiti dalle carestie e vessati dal governo, si ribellarono e, in tutta la Brianza, si verificarono tumulti. Nel 1849 è prolungata la linea ferroviaria da Monza a Camnago e la stazione di Seregno entra in funzione il 6 ottobre 1849. Questo favorì l’incremento dell’attività industriale del borgo, soprattutto per la lavorazione meccanica del cotone e del commercio.

 

Dall'unità d'Italia alla liberazione

 

Vita Amministrativa

Al termine della seconda guerra d’indipendenza, nel periodo di passaggio tra la dominazione austriaca e l’estensione delle leggi del Regno di Sardegna alla Lombardia, l’amministrazione dei Comuni restò di competenza dei Deputati politici.
A Seregno il Deputato politico era Luigi Colli.
Il 24 gennaio 1860 si tenne l’assemblea elettorale per la nomina dei consiglieri comunali.
I seregnesi iscritti nelle liste elettorali erano 250; il voto, infatti, era concesso soltanto ai possidenti benestanti ed istruiti.
Il 25 febbraio 1860 Carlo Silva fu nominato Sindaco.

Tra le prime decisioni del Consiglio Comunale ci fu il cambiamento del nome delle vie in onore dei protagonisti del Risorgimento (Vittorio Emanuele, Cavour, Garibaldi).
Il Sindaco si preoccupa, inoltre, di dare una sede adeguata al Municipio, in grado di ospitare non solo gli uffici, ma anche le scuole, la Guardia Nazionale e i Reali Carabinieri. Dopo aver scartato alcune proposte di acquisto, il Consiglio decide di costruire un edificio nuovo, in piazza degli Olmi. La progettazione fu affidata all’ingegnere Seveso che presentò un progetto che prevedeva una spesa pari a Lire 19.238,41. I lavori furono ultimati nel 1863. Questa è la parte più antica dell’attuale palazzo municipale.

Questi primi anni di vita comunale furono caratterizzati da difficoltà amministrative e da continui cambi di sindaci e giunte (Carlo Silva, Giuseppe Trabattoni, Giovanni Maria Silva) sino al gennaio 1866, quando fu eletto Sindaco l’avvocato Pietro Abbiati, rimasto in carica sino alla sua morte, avvenuta l’11 maggio 1867. L’anno successivo, il 14 giugno 1868, è eletto Paolo Silva che manterrà la carica per sette anni.
Con l’elezione a sindaco di Cipriano Colli, il 9 marzo 1882, ci fu uno sviluppo notevole per Seregno. Si costituì anche la Banca Popolare di Seregno che cominciò a funzionare il 2 novembre 1886.

Alle elezioni amministrative del 1902, Colli si presentò come candidato dei clericali, suscitando stupore e polemiche per questa sua decisione. Colli fu riconfermato Sindaco, nonostante il mancato accordo tra liberali e cattolici. Nel maggio 1903 il Sindaco, per evitare lo scioglimento del Consiglio e l’arrivo di un commissario, diede le dimissioni e si ritirò dalla vita politica.


I primi anni del ‘900

Nel luglio 1903 il Consiglio comunale elesse Sindaco Antonio Perego. La nuova Giunta, presentò un bilancio preventivo che prevedeva un incremento delle tasse per far fronte alle spese per la manutenzione delle strade e la costruzione di un nuovo cimitero.
Alle nuove elezioni amministrative del 1905 Antonio Perego fu riconfermato Sindaco. Tuttavia la Giunta, a causa delle continue polemiche sulla gestione dell’ospedale, non ebbe vita facile. Inoltre, le casse del Comune presentavano un forte passivo che la Giunta avrebbe voluto ripianare con l’aumento del dazio. La proposta non passò a causa delle forti proteste della stampa socialista, poiché la nuova tassa colpiva i più poveri.

Nel giugno 1907 si svolsero le elezioni amministrative parziali per l’elezione di dodici consiglieri. I liberali, che sostenevano l’amministrazione Perego, non furono in grado di presentare una lista di candidati e si astennero.
Dimessosi Perego, fu eletto Sindaco Antonio Viganò, un industriale tessile. La Giunta dovette per prima cosa preoccuparsi del dissesto delle finanze comunali.
La Giunta Viganò ebbe il merito di affrontare diverse importanti questioni amministrative, fra cui l’avvio delle pratiche per la municipalizzazione dell’Azienda del gas, concluse con un referendum nel 1915. Tuttavia, a causa delle polemiche del 1911 in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario della proclamazione del Regno Italia, le elezioni amministrative del 1914 furono vinte largamente dai cattolici.

 

Dalla Grande Guerra alla Liberazione

Con la I Guerra Mondiale, sebbene l’Italia restasse almeno inizialmente neutrale, la mutata situazione internazionale cominciava a condizionare la vita quotidiana. Nel settembre 1914 giunsero a Seregno 600 militari e, ben presto, cominciarono a farsi sentire gli effetti negativi della loro presenza. Era pertanto comprensibile il malcontento della popolazione che provocò l’intervento delle autorità militari. La situazione divenne sempre più difficile: nel febbraio 1915 l’Azienda municipale invitò i cittadini a diminuire i consumi di gas per mancanza di carbone per la produzione, mentre i prezzi continuavano a salire. 

Il 4 novembre 1918 giunse la notizia della vittoria. L’entusiasmo tuttavia ebbe breve durata. Infatti, la crisi economica legata alla riconversione dell’industria, l’aumento del costo della vita e la mancanza di lavoro provocarono una ripresa del malcontento operaio e contadino.
Il 9 aprile 1921 a Seregno si costituisce il Blocco di Azione e Difesa Sociale. Il 22 aprile 1921 il Blocco costituì il Fascio di Seregno. Durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del maggio 1921, la vita del paese fu turbata da numerose azioni violente da parte dei fascisti. Le elezioni videro a Seregno l’affermazione dei Popolari. Le provocazioni fasciste contro i cattolici e il clero locale ripresero con forza nel 1923.
Il 19 marzo 1923, al termine della messa, i fascisti assalirono un gruppo di giovani cattolici. Poche ore dopo, nonostante un tentativo di mediazione del Sindaco, fu devastata la loro sede. La Giunta diede le dimissioni, nel tentativo di pervenire ad una soluzione della grave situazione e, dopo un incontro con il prefetto, ritirò le dimissioni.

Tuttavia il 22 settembre la prefettura ordinò un’ispezione amministrativa con l’evidente intento di colpire il Sindaco e la sua amministrazione: Seregno, infatti, era uno dei pochi comuni della Brianza in cui il fascismo faticava ad affermarsi per la forte ed organizzata presenza dei socialisti e, soprattutto, dei cattolici. Nelle elezioni politiche dell’aprile 1924, mentre i risultati nazionali avevano visto la vittoria di Mussolini, a Seregno si affermavano ancora una volta i Popolari.
La situazione mutò radicalmente due anni dopo. Nelle elezioni del maggio 1926, dopo che tutti i partiti erano stati messi al bando, il Partito Fascista ottenne un’affermazione superiore alle previsioni. Fu eletto Sindaco Luigi Silva che, quando fu soppressa tale carica, fu nominato Podestà dal governo.

Il clima politico era ormai decisamente cambiato.
I liberali, che non avevano voluto aderire al Fascio o ne erano stati avversari, si erano definitivamente allineati alle direttive nazionali.
Nel 1931 fu dato l’ordine di sciogliere tutte le associazioni giovanili cattoliche e contro di esse si verificarono numerose violenze squadriste.

Con l’invasione della Polonia da parte della Germania (settembre 1939) iniziava la II Guerra Mondiale. L’Italia rimaneva inizialmente neutrale ma, nel frattempo, si rafforzava l’apparato militare. In comune fu istituito il Comitato di resistenza civile ed iniziarono a giungere dal governo centrale disposizioni sulla difesa terrestre ed aerea. Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra.
Nel gennaio 1942 iniziarono le requisizioni di rame e furono razionati viveri e carbone: per molte famiglie cominciarono stenti e fame, che peggiorarono progressivamente col passare degli anni. Il 25 luglio 1943 Mussolini fu esautorato dal Gran Consiglio e Vittorio Emanuele III assunse il comando delle forze armate. Badoglio, nuovo capo del governo, ricordò agli italiani che la guerra sarebbe continuata. A Seregno, grazie al controllo esercitato dal presidio militare, non si verificò alcun incidente. Nel frattempo, il Podestà Silva aveva rassegnato le dimissioni ed era stato sostituito dal commissario prefettizio Umberto Vaccaporti.
’8 agosto 1943 iniziarono i pesanti bombardamenti su Milano: molti milanesi abbandonarono le loro case e si trasferirono in Brianza. Anche a Seregno si trasferirono diverse fabbriche e giunsero circa 8.000 sfollati, che furono sistemati nelle scuole.

A seguito l’armistizio (8 settembre 1943) l’esercito si sfaldò ed anche molti seregnesi disertarono. Con l’instaurazione della Repubblica di Salò iniziò la dominazione tedesca.
Quando il 30 aprile 1945, si vedono arrivare le prime camionette alleate, Seregno, come un po’ dappertutto in Brianza, è stata già liberata dai partigiani raggruppati nella 119°Brigata Garibaldi (comunista) e nela Brigata Colzani della divisione Puecher (cattolica). Nel pomeriggio del 25 aprile 1945 i partigiani comunisti occupano il Comune e la Casa del Fascio, mentre i cattolici della Puecher occupano il Collegio Ballerini dove c’è un distaccamento dell’aeronautica repubblichina.
Il 2 maggio la Giunta comunale provvisoria tenne la sua prima seduta, i partigiani consegnarono le armi e furono smobilitati. Il 2 agosto, con un decreto del Prefetto, l’avvocato Giovanni Colombo, democristiano, venne nominato Sindaco e riconfermato dopo le elezioni comunali, per la prima volta a suffragio universale.

Riferimenti Bibliografici
G. Ferrarini, A. Stadiotti, M. Stadiotti (a cura di) – Seregno: Un paese, la sua storia, la sua anima – Telesio editrice – Carnate 1999
E. Mariani – Storia di Seregno – Comune di Seregno - Seregno 1963
G. Picasso e M. Tagliabue (a cura di) - Seregno. Una comunità di Brianza nella storia (secoli XI – XX) – Comune di Seregno - Seregno 1994